Sole: salva le ossa, combatte le infezioni e migliora l’umore.

Aiuta a riacquistare il buon umore. Alza i livelli di serotonina nel cervello. Fa assorbire la vitamina D.
Abbiamo imparato a temerlo. Ci esponiamo ai suoi raggi con cautela. Giustamente, per molti aspetti: dopo decenni di esposizione inconsapevole, i medici hanno cominciato a contare i danni. E non si tratta solo di melanoma, ci sono gli altri tumori della pelle (i frequenti carcinomi basocellulari ad esempio) ma anche le cheratosi, gli eritemi, le macchie e le rughe.

Così i dermatologi hanno detto basta, e la parola d’ordine è diventata protezione. Ma il rischio, oggi, è che proteggendoci troppo mettiamo a rischio persino il sistema immunitario.

Che il sole alle giuste dosi faccia bene lo dicono oggi anche gli immunologi: alla Georgetown University statunitense hanno scoperto come la luce blu, quella nello spettro del visibile tra i 450 e i 475 nm, abbia un effetto sui linfociti T, le cellule che hanno un ruolo centrale nella risposta immunitaria. Lo studio, su Scientific Reports, mostra infatti come basse dosi di luce blu aumentino la velocità con la quale i linfociti T si muovono verso il sito di infezione. La chiave di questo fenomeno starebbe in una aumentata sintesi del perossido di idrogeno (l’acqua ossigenata), la stessa sostanza che i globuli bianchi rilasciano in presenza di un’infezione per chiamare a raccolta le cellule T e coordinare la risposta immunitaria, e dunque uccidere i batteri. Un supplemento di “energia” stimolato dal sole, insomma, che le farebbe arrivare con maggiore rapidità sul campo di battaglia.
Ma il sole aiuta anche a sorridere. «Evidenze scientifiche mostrano un aumento nella prevalenza della depressione man mano che ci si allontana dall’Equatore», commenta Bernardo Carpiniello, psichiatra all’università di Cagliari e presidente della Società italiana di Psichiatria, così come sappiamo che nel nostro emisfero l’incidenza di episo- di depressivi aumenta in autunno e inverno, quando ci sono meno ore di luce. In questo caso parliamo di Sad (Seasonal Affective Disorder), la depressione stagionale, un disturbo dell’umore che si verifica in alcuni sottogruppi di pazienti a rischio. Per alcuni di loro può essere utile il ricorso alla light therapy, l’esposizione ai raggi del sole o a specifiche fonti luminose, con un effetto che simula quello dei farmaci antidepressivi. Sulle ragioni per cui il sole aiuti a combattere i disturbi dell’umore ci sono diverse ipotesi, tra cui quella che vede la luce aumentare a livello cerebrale il tono della serotonina, il neurotrasmettitore coinvolto nella regolazione dell’umore, ma anche quella che chiama in causa la melatonina, l’ormone del sonno prodotto dall’organismo in assenza di luce, e che sembra avere un effetto deleterio proprio sulla serotonina. Altri lavori danesi puntano il dito su una proteina, Sert, che in assenza di luce aumenta e “rimuove” la serotonina: nei pazienti affetti da Sad i livelli di questa proteina aumentano con il diminuire delle ore di luce.

Fonte: Repubblica Salute

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