La Lego punta sempre più verso la sostenibilità ambientale e dopo essere riuscita ad alimentare al 100% le sue fabbriche con energia rinnovabile 3 anni prima del limite prefissato ora punta a produrre i suoi mattoncini con una particolare bioplastica resistente e non inquinante.
A maggio Lego aveva annunciato di essere ufficialmente un Gruppo 100% rinnovabili. Per festeggiare questo traguardo – raggiunto con ben 3 anni di anticipo rispetto al previsto – aveva costruito una mega turbina eolica di mattoncini. Ma quei mattoncini sono comunque di plastica e questo è un paradosso rispetto agli impegni green dell’azienda, ecco perché è al lavoro per ottenere un biomateriale biodegradabile, non inquinante, ma capace di resistere ad anni e anni di utilizzo da parte dei Lego-addicted.
A marzo Lego Group ha raggiunto uno degli obiettivi più ambiti: diventare 100% rinnovabili. Per festeggiare ha costruito una turbina eolica da record, la più grande del mondo realizzata interamente in mattoncini. Ce ne sono voluti 146 mila e la turbina è un omaggio a quelle da 200 metri del parco eolico Burbo Bank Extension, altro record mondiale, che si trova vicino Liverpool e rappresenta uno degli investimenti di Lego in energie pulite.
Da quando Burbo Bank ha iniziato a produrre energia elettrica, a maggio, il totale di energia pulita che fa capo agli investimenti Lego ha visto un’impennata rilevante, abbastanza da rifornire centri di produzione, uffici e negozi di tutto il mondo. Sono molte le aziende che centrano l’obiettivo 100% rinnovabili in questo modo: investendo in impianti di produzione di energia da fonti pulite e abbassando il loro impatto in termini di produzione di CO2. Ma, come dimostra la scienza, non è affatto abbastanza per salvare il Pianeta. Il punto cruciale è che, oltre agli obiettivi raggiunti “sulla carta”, compensando le emissioni prodotte con investimenti green, bisogna ridurre le emissioni ed agire su più fronti. E Lego ci sta provando.
Lego ha già fissato un altro obiettivo: sostituire i 20 tipi di plastica tradizionale utilizzati nella produzione dei suoi mattoncini con materiali sostenibili entro il 2030. Tutto questo proprio per ridurre le emissioni di CO2. Il Gruppo ha investito 155 mln di dollari in un Sustainable Materials Center, dove è già al lavoro un team alla ricerca di alternative alla plastica derivante dalle fossili. Lego attribuisce soltanto il 10% delle emissioni prodotte lungo il ciclo di vita dei mattoncini a fattori legati agli stabilimenti, agli uffici e ai negozi: il 90% è frutto di elementi che non sono direttamente controllabili, dal trasporto alla distribuzione, e dell’utilizzo della plastica.
Una soluzione è la bioplastica, derivante dalla trasformazione di vegetali, ma è soltanto l’1% della plastica prodotta nel mondo al momento, sebbene si registri una crescita costante.
I vantaggi della bioplastica?
Innanzitutto, utilizzare plastica sostenibile rende le aziende migliori agli occhi del consumatore. Non a caso, si registrano esempi come quello della Coca Cola, che cerca di guadagnare consensi (infatti è stata accusata immediatamente di greenwashing) anche con mosse come quella di distribuire 35 mld di bottiglie realizzate con sostanze vegetali in 40 Paesi, risparmiando 315 mila tonnellate di CO2 secondo le stime.
Nel caso di Lego, l’obiettivo è individuare un nuovo tipo di plastica che possa durare a lungo e possa rispettare gli standard di sicurezza e qualità fissati dall’azienda. Ogni plastica potenzialmente utilizzabile viene testata in termini di robustezza, capacità di mantenere la forma e così via, considerando che Lego non produce soltanto mattoncini ma anche moltissimi altre varianti.
Fonte:greenme.it